333 573 9499 - 345 765 6256 Via San Rocco 29, Telgate, BG sbn.bergamo@gmail.com

Disturbi del comportamento

Perchè ci occupiamo di Terapia del Comportamento?

Al Servizio Bergamasco di Neuropsicologia arrivano da sempre molte richieste di genitori che vogliono impostare una terapia del comportamento per i loro figli che manifestano problemi di aggressività e gestione della rabbia, in particolare in classe. Inizialmente impostavamo terapie individuali e la cosa sorprendente era che i bambini miglioravano in pochissimo tempo. Una volta terminato il percorso, però, manifestavano ancora grandi problemi nel rapporto con i pari. Ci siamo allora chieste: “Non sarebbe meglio lavorare sul problema, nel momento stesso in cui si verifica? Ovvero nel momento del conflitto, del litigio e della frustrazione?”. Abbiamo allora iniziato a proporre piccoli gruppi di terapia del comportamento con un minimo di due e un massimo di quattro bambini.

 

Cosa si intende per disturbi del comportamento?

I disturbi esternalizzanti sono quei problemi che si riversano all’esterno e provocano una situazione di disturbo nell’ambiente circostante. Troviamo tre tipologie di problemi:

  • iperattività;
  • oppositività;
  • rabbia e problemi di condotta;

Le principali caratteristiche dei disturbi del comportamento esternalizzanti sono le seguenti:

  • Pretesa che i propri bisogni abbiano la precedenza su quelli degli altri;
  • Ricordo all’aggressività per ottenere ciò che si vuole;
  • Oppositività e trasgressione di norme sociali e legali.

Esistono poi tre categorie diagnositche che trattiamo nel nostro Studio:

  • Disturbo da deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD);
  • Disturbo oppositivo Provocatorio;
  • Disturbo della Condotta (DC)

Si parla di disturbo quando il comportamento assume caratteristiche estreme che tendono a cronicizzarsi e provoca conseguenze nocive per il soggetto stesso e per le persone che lo circondano.

“Possiamo dire che è presente un disturbo del comportamento quando il bambino o l’adolescente mostrano eccessi o deficit comportamentali che adulti autorevoli nell’ambiente circostante giudicano particolarmente rilevanti.
Tali caratteristiche comportamentali sono considerate atipiche, in quanto la loro frequenza, la loro intensità o la loro durata si scosta dalla norma. Gli eccessi comportamentali o i deficit possono manifestarsi attraverso più repertori ed essere presenti in una varietà di situazioni.”

Gresham, 1985

Il disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività

È un disturbo Neurobiologico con cause genetiche, organiche, socioeconomiche e familiari. Interessa in bambino fin dai primi anni e si mantiene per tutta la vita, modulandosi. Secondo il DSM5 (il Manuale diagnostico dei Disturbi Mentali), la sintomatologia deve essere presente prima dei 10 anni di età e deve coinvolgere deficit nel regolare l’attenzione. Iperattività ed impulsività. Il bambino fatica a regolare la propria attenzione e cambia attività rapidamente. Può essere iperattivo e quindi presentare movimenti e azioni senza scopo, con un aumento del ritmo delle normali attività. Può inoltre presentare impulsività ovvero una tendenza ad agire senza riflettere, una difficoltà ad attenersi alle regole e una generale irruenza nei riguardi delle altre persone.

I bambini con queste caratteristiche solitamente mettono a dura prova la pazienza dei genitori. Sono bambini alla continua ricerca di attenzioni: si dimenticano le richieste, perdono gli oggetti, non segnano i compiti sul diario e hanno spesso difficoltà ad andare d’accordo con i coetanei.

A scuola si evidenziano spesso difficoltà di apprendimento e memoria a breve termine. Possono comparire difficoltà di coordinazione e grafia scarsamente leggibile. I bambini con ADHD possono mostrare delle difficoltà ad elaborare le informazioni e possono esserci lacune per via dell’attenzione fluttuante.

 

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP)

Il bambino con DOP è tendenzialmente oppositivo, vendicativo e spesso ferisce deliberatamente. Viola le regole e sovente possono comparire attacchi di collera. Polemizza con gli adulti, usa un linguaggio ricco di parolacce. Disturba i compagni appositamente e attribuisce agli altri le cause dei propri comportamento. A volte è vendicativo. Il problema si manifesta intorno ai 5-6 anni e vi è una incidenza maggiore nei maschi che nelle femmine. È fondamentale intervenire il prima possibile per evitare che il Disturbo possa evolvere in un Disturbo della Condotta.

 

Il Distrubo della Condotta (DC)

Il bambino o ragazzo con Disturbo della Condotta violano le norme di convivenza e soprattutto i diritti degli altri. Possono compiere azioni prevaricanti con aggressività fisica e verbale. Spesso i ragazzi con DC sono coinvolti in furti, spaccio di droga o fughe da casa. Possono comparire in generale condotte devianti e, se il Disturbo si presenta prima dei 10 anni, evolverà in disturbo di personalità antisociale secondo le previsioni nella letteratura.

 

Quali sono gli interventi opportuni?

  • Una valutazione specialistica (mettere link alla sezione della valutazione dsa e ADHD);
  • Potenziamento dell’attenzione (mettere link alla sezione del sito del potenziamento);
  • Tutoring scolastico (mettere link alla sezione del sito per il tutoring);
  • Percorsi di Neuropsicomotricità, soprattutto se il bambino ha meno di sei anni (mettere link alla sezione del sito della neuropsicmotricità);
  • Terapia del comportamento di gruppo.

La terapia del comportamento di gruppo

Prima di inserire i bambini in un gruppo di lavoro, è bene fare una valutazione/osservazione. Normalmente, dopo aver svolto una valutazione approfondita, mediante test standardizzati e questionari, impostiamo 3 sedute di osservazione in cui si stabilisce l’alleanza terapeutica tra bambino e operatore.
La fase di assessment è molto importante perché fornisce una descrizione dettagliata del problema e può aiutarci a capire se siamo noi i professionisti adatti alla difficoltà portata. Successivamente si inizia il lavoro in gruppo che ha come obiettivi:

  • Portare l’attenzione su un compito per periodi di tempo gradualmente più lunghi;
  • Incrementare la frequenza dei comportamenti centrati sul compito;
  • Migliorare il controllo degli impulsi con una diminuzione dei comportamenti dirompenti;
  • Far si che i genitori pongano limiti fermi e coerenti e mantengono confini adeguati genitore/figlio (si mostra la videoregistrazione di una seduta di gruppo ad esempio);
  • Miglioramento dell’ autostima, dimostrato da un aumento di affermazioni positive su se stesso.
  • Sviluppare una relazione tra bambino e culto che permetta la condivisione degli stati d’animo;
  • Individuare cosa il soggetto si aspetta dagli altri;
  • Accrescere la capacità del bambino di riconoscere e verbalizzare quando si sente ferito o arrabbiato;
  • Diminuire le esplosioni di collera e favorire reazioni alle frustrazioni più positive